Stress lavoro correlato: 10 cause + 1 soluzione per gestirlo
Qualche giorno fa stavo trascorrendo una piacevole serata in compagnia di amici, eravamo appena tornati da una bella giornata al mare e stavamo chiacchierando in terrazza. Proprio quando il tempo sembrava essersi fermato in balia della leggerezza del momento, sento il ronzio di una zanzara risuonare nell’orecchio. Inizialmente cerco di mandarla via, lei si allontana per qualche secondo ma continua a tornare insistentemente. Il bisbiglio è costante e fastidioso e l’insetto seccatore sembra non aver alcuna voglia di andarsene. Così mi alzo scocciata dalla sdraio, guardo l’ora tarda e mi preparo per tornare a casa. Sono andata a dormire irritata, nonostante avessi passato un’intera giornata all’insegna di relax e divertimento.
Mi sono resa conto solo dopo pochi giorni che quella zanzara era la perfetta rappresentazione dello Stress: anche se facciamo un lavoro che ci appassiona e ci soddisfa possiamo comunque sentirci poco concentrati, irritabili e confusi.
Confucio diceva: “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”. Fin qui aveva ragione, ma purtroppo la zanzara può venire a disturbarci anche in un contesto lavorativo dove facciamo ciò che ci appassiona e che ci mette nelle condizioni di sfruttare i nostri talenti e le nostre competenze. Il lavoro infatti è un fattore molto influente nella nostra vita e non è sempre facile far combaciare vita privata e vita lavorativa.
Che cos'è lo Stress Lavoro Correlato?
L’Accordo Europeo del 2004 definisce lo Stress Lavoro-Correlato (SLC) come una:
condizione, accompagnata da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative
Lo SLC può essere, quindi, definito come la condizione in cui le richieste provenienti dall’ambiente esterno vengono percepite dall’individuo come eccedenti rispetto le proprie risorse: i lavoratori avvertono una condizione di stress quando non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro.
Lo stress è una reazione che riguarda tutti: si attiva sia internamente mettendoci nella condizione del “saper fare bene”, sia esternamente, ovvero quello che gli altri mi chiedono di fare. Questa circostanza ci permette di “controllare e creare legami con il nostro ambiente” e rispecchia l’adattamento a una domanda che sorge in un qualsiasi momento della vita.
Tipologie di stress
Spesso attribuiamo allo stress un’accezione puramente negativa, ma la verità è che esiste anche uno stress “buono” chiamato Eustress: è quello che ci motiva a migliorare la nostra produttività e a raggiungere i nostri obiettivi. Lo stress negativo, detto Distress, è invece quello che ci fa dubitare di noi stessi mettendo in dubbio sin dall’inizio la possibilità di non riuscire a raggiungere un determinato traguardo. In aggiunta, ci fa cadere nel paradosso del “se non lo faccio non rischio di sbagliare”.
In conclusione va detto che persone diverse reagiscono in maniera differente a situazioni simili che possono dipendere anche dalle circostanze che un individuo sta vivendo in quello specifico momento. Solitamente siamo in grado di sostenere l’esposizione di breve durata a condizioni di stress, sia positive che negative.
Quando lo stress diventa distress?
Hans Selye, medico svizzero che ha concentrato i suoi studi sullo stress, lo definì come “risposta specifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso” e ne distinse 3 fasi:
- allarme: il soggetto segnala l’esubero di doveri e mette in moto le risorse per adempierli
- resistenza: il soggetto stabilizza le sue condizioni e si adatta al nuovo tenore di richieste;
- esaurimento: il soggetto in questa fase si registra la caduta delle difese e la successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi.
Se lo stimolo o il livello di attivazione sono troppo elevati o se le strategie impiegate per rispondere all’ambiente non sono adeguate, allora l’individuo può incorrere in distress.
Lo stress infatti “non è una malattia, ma una situazione prolungata di tensione che può ridurre l’efficienza mentale sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute”.
Parliamo di rischi: quali possono verificarsi relativamente allo Stress da Lavoro Correlato?
Le reazioni allo stress da lavoro correlato possono essere diverse: qualcuno cercherà una via di fuga dalle mansioni quotidiane, altri abbasseranno la propria performance lavorativa o, peggio, potrebbero andare incontro a difficoltà nel relazionarsi con i colleghi e l’ambiente di lavoro.
Un manager stressato può fare più errori del solito e, abbassando la sua capacità di prendere decisioni, sarà meno propenso a motivare i suoi collaboratori. Questo causerà una diminuzione della sua efficacia oltre a numerosi problemi relazionali. Chi invece assume un atteggiamento di fuga sarà più propenso a fare pause prolungate, diminuendo in questo caso l’efficienza e aumentando il rischio di rischio di infortuni.
È dimostrato che in condizioni di stress prolungato la percezione del rischio si abbassa, in quanto le capacità cognitive vengono ridotte: diminuiscono attenzione, memoria, concentrazione. Di conseguenza aumenta inevitabilmente anche il numero di errori e la valutazione delle conseguenze pericolose legate ad una specifica situazione.
La nostra mente può sbagliare, di conseguenza anche la percezione del rischio può non essere corretta: un’alterata percezione della realtà comporta un’errata percezione del rischio.
Quali sono i lavori e gli ambienti a più alto rischio di stress?
Lo stress correlato al lavoro è tra le cause più comuni di malattia per i lavoratori e colpisce più di 40 milioni di individui solamente in Europa. Secondo i dati di “European Foundation for the Improvement of Living & Working Conditions” i costi economici relativi allo SLC sono pari a 20 miliardi di euro. Anche in Italia la situazione è critica: 1 lavoratore su 4 ritiene di soffrire di stress lavoro correlato.
Secondo uno dei modelli concettuali che in questi ultimi anni hanno riscosso maggior successo è maggiormente probabile che alti livelli di stress, con conseguenti disturbi e malattie, si manifestino in quelle attività lavorative in cui vi siano:
- elevate sollecitazioni psicologiche associate
- scarsa possibilità decisionale
- inadeguato supporto sia da parte del gruppo di lavoro che dal contesto sociale
Le principali cause individuati dai responsabili della sicurezza sul lavoro, derivano da fattori relativi al contesto lavorativo e/o al contenuto delle mansioni da svolgere, nelle quali troviamo diversi agenti stressanti (detti anche Stressor).
Gli stressor più comuni per contesto
Cultura organizzativa
scarsa comunicazione; bassi livelli di sostegno per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale; scarsa definizione degli obiettivi professionali
Ruolo del lavoratore nell'organizzazione
l’ambiguità di ruolo; il conflitto di ruolo; la responsabilità per altre persone
Possibilità di sviluppo di carriera
mancanza di evoluzione nella carriera; promozioni insufficienti o eccessive; retribuzione inadeguata; insicurezza dell’impiego
Autonomia decisionale o il livello di controllo
scarso livello di partecipazione ai processi decisionali dell’azienda; scarso livello di controllo sul lavoro svolto
Relazioni interpersonali sul lavoro
isolamento fisico o sociale; rapporti limitati con i superiori; conflitti interpersonali; mancanza di supporto sociale
Work-life balance
tensioni che derivano dal contesto familiare o più in generale dalla vita privata e che si ripercuotono sulla situazione lavorativa
Gli stressor più comuni per mansioni
Ambiente ed Attrezzature di lavoro
scarsa illuminazione; temperature eccessivamente alte o basse; ventilazione insufficiente; correnti d’aria; spazi insufficienti; scarse condizioni igienico-sanitarie
Pianificazione dei Compiti
carenza di varietà delle mansioni; ripetitività e monotonia; scarsa possibilità di apprendere; mansioni noiose
Carico e Ritmo di lavoro
il sovraccarico o il sotto carico di lavoro; la mancanza di controllo sul ritmo di lavoro; gli alti livelli di pressione temporale
Orario di lavoro
lavoro a turni; turni eccessivamente lunghi; orari di lavoro rigidi, imprevedibili o che alterano i ritmi sociali
Capire lo Stress con il Biofeedback
Per conoscere un po’ più a fondo le dinamiche psicofisiche che tutti viviamo quotidianamente, il Biofeedback è in grado di misurare in tempo reale i vari parametri bio-fisiologici che si attivano quando siamo esposti ad uno stimolo esterno percepito come stressante. Attraverso l’utilizzo di sensori, questo sistema analizza i principali parametri che si attivano automaticamente nel momento in cui si innesca una reazione da Stress di fronte a un evento. Questi sono:
- il Battito Cardiaco (HR): le pulsazioni del cuore aumentano
- la Temperatura Periferica (T) della pelle, delle mucose e dei muscoli variano
- il Tono Muscolare (MT): i muscoli si contraggono e aumentano la loro tensione
- la Conduttanza Cutanea (GSR): variazioni continue nelle caratteristiche elettriche della pelle, come ad esempio in seguito alla sudorazione
- L’attività Cerebrale (EEG): la capacità cognitiva diminuisce.
Il problema principale di queste reazioni è che quando la loro attivazione si prolunga nel tempo porta una serie di conseguenze negative innanzitutto a livello fisiologico.
Affrontare lo stress lavoro correlato col rilassamento profondo
Quando siamo stressati, il primo modo per disinnescare questi meccanismi dannosi è quello di intervenire proprio sul piano fisico. Alcune tecniche di rilassamento profondo sono in grado di abbassare le contrazioni muscolari riducendo il consumo di energia. Trovare dei punti di riferimento sul proprio stato ottimale di distensione fisica, ci permette di essere più consapevoli della nostra situazione di tensione (ad esempio contrarre le spalle, la mascella, curvare la postura, bloccare il respiro e chiudere la bocca dello stomaco). Questo metodo impedisce alle emozioni negative di radicarsi.
Le onde cerebrali
A livello mentale, invece, il nostro stress viene misurato tramite dei sensori che rilevano l’attività del cervello evidenziando la frequenza e la potenza delle Onde Cerebrali, ovvero l’attività elettrica generata dai nostri neuroni che si modifica in base allo stato in cui ci troviamo. Le principali Onde Cerebrali sono 4:
- Le Onde Beta sono le tipiche onde che corrispondono alle normali attività quotidiane, di lavoro e di relazione; la loro frequenza sotto stress tende ad aumentare, influenzando il modo di pensare, di valutare gli eventi, di identificare pericoli e di vedere le soluzioni, nonché il modo di prendere decisioni.
- Le Onde Alfa permettono alla nostra mente di riequilibrarsi, di staccare e di recuperare funzioni che venivano altrimenti precluse, come l’intuito, l’immaginazione e il problem solving creativo.
- Le Onde Theta sono in grado di abbassare ulteriormente la frequenza celebrale, rendendo possibile il recupero psicofisico e mettendoci in contatto con la dimensione nella quale operiamo le nostre scelte. In questo modo aumentiamo costantemente la consapevolezza dei veri criteri per i quali agiamo.
- Le Onde Delta sono infine quelle che caratterizzano gli stadi del sonno profondo senza sogni
Conclusioni: come dobbiamo comportarci con la zanzara?
Realizzare un ambiente di lavoro positivo che favorisca il dialogo può far emergere problematiche, risolvere conflitti interni e promuovere una cultura propositiva. Aumenta l’apertura verso l’altro, la condivisione e la collaborazione, favorendo una miglior distribuzione dei carichi di lavoro e delle responsabilità decisionali. Al contrario, ambienti di lavoro sfavorevoli hanno ripercussioni sulla salute fisica e anche sulla personalità: l’estroverso diventa meno aperto verso gli altri e l’introverso invece si chiude ancora di più in sé stesso.
Le tecniche di rilassamento profondo sono in grado di fornirci gli strumenti per:
- Migliorare la capacità di auto-distensione profonda, per un veloce recupero di energie fisiche e nervose;
- Riconnettere positivamente la propria Auto-percezione Professionale, a volte messa duramente alla prova, anche in termini motivazionali;
- Riattivare i propri migliori atteggiamenti mentali nelle Relazioni Interpersonali per gestirle in modo ottimale anche in situazioni di alta pressione lavorativa.
Cosa devo fare quando la zanzara verrà nuovamente a infastidirmi?
Quando avvertiamo che qualcosa sta per turbare la nostra serenità, dobbiamo imparare a ristabilire quella condizione interna che ci permette di mantenere la calma, chiudendo fuori da noi stessi tutti quegli elementi di disturbo esterni.
In poche parole, dobbiamo far uscire la zanzara dalla finestra della nostra mente.
La risposta è sì!
Ci sono delle tecniche efficaci per imparare a riconoscere i vari tipi di Stress, volte soprattutto a capire come gestirlo e come sfruttarlo per migliorare le tue prestazioni sotto Stress comunicando di più e meglio.
P.S.: Non ci credi?