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Benvenuti nell'era delle grandi dimissioni

Prevenire è meglio che curare” anche per quanto riguarda le grandi dimissioni. Prevenire le dimissioni, migliorando il benessere interno della propria organizzazione e ascoltando i propri dipendenti può eliminare tutti quelli che sono i costi che andranno in seguito a “curare” gli errori commessi da un’azienda non capace di accorgersi in tempo del valore dei propri collaboratori. 

Da luglio 2020 le dimissioni hanno avuto una forte rilevanza sulla cessazione dei rapporti di lavoro, come dimostrano i dati raccolti dal Ministero del Lavoro elaborati in collaborazione con la Banca d’Italia e l’ANPAL. Sicuramente anche la pandemia ha fatto la sua parte nel creare territorio fertile a questo nuovo fenomeno.  

I numeri relativi all’occupazione nel secondo trimestre 2021 evidenziano un aumento considerevole di lavoratori che si sono dimessi: +37% rispetto al trimestre precedente e addirittura +85% se paragonati allo stesso periodo nel 2020. 

Aggiungiamo inoltre, che la grande maggioranza di chi lascia spontaneamente il proprio posto di lavoro, molto spesso riguarda figure con competenze elevate e/o comunque specifiche per l’azienda. 

Quali sono le conseguenze di una dimissione per l’azienda? 

Ogni lavoratore che lascia il proprio impiego si traduce in un costo per l’azienda in termini di: 

L’azienda dovrà spendere del tempo (e quindi denaro) per ricercare la nuova figura in grado di sostituire quella precedente  

Tutti i costi che riguardano l’assunzione del nuovo candidato scelto 

Il candidato dovrà essere formato sul funzionamento dell’organizzazione e sui compiti inerenti al suo ruolo 

L’azienda dovrà farsi carico di tutto il lavoro lasciato in sospeso durante la ricerca del nuovo candidato, facendo così fronte a ritardi e perdita di efficienza  

La new entry nella fase iniziale ovviamente sarà meno produttiva rispetto ad una persona già ben inserita all’interno dell’azienda  

Compromette la produttività di chi rimane in servizio o aumenta i livelli di stress di chi – in una fase di emergenzasi ritrova a fare del lavoro in più per sopperire alle mancanze temporanee

Perdita di focus rispetto alla missione e visione dell’organizzazione. 

Secondo uno studio di “Organization Science” il costo stimato delle dimissioni di un dipendente (con un guadagno relativo di poco più di 7 euro all’ora) si aggira tra i 3.000 fino ai 20.000 euro di perdita per l’azienda. 

grandi dimissioni

 

Perché accade questo? Perché figure talentuose e importanti per l’azienda decidono di lasciare il proprio posto lavorativo? 

Fattori generazionali, pandemia, temporaneo blocco dei licenziamenti, elevata domanda di personale in alcuni settori e notevoli livelli di stress in altri. Questi sono solo alcuni degli esempi che possono spiegare la situazione attuale, ma la verità è che la pandemia ha cambiato la visione della vita delle persone riportando al centro dell’attenzione il proprio benessere psico-fisico. Al contrario di quello che si può pensare, il più delle volte non è una questione i soldi (molti lavoratori lasciano il posto pur non avendo un’alternativa in mano al momento delle dimissioni). La verità è che la pandemia ha spostato le priorità non solo dei lavoratori, ma delle persone, spostando il baricentro verso la ricerca di una vita qualitativamente migliore.

I lavoratori quindi preferiscono una buona cultura aziendale in grado di investire nei talenti, di premiarli e di riconoscere loro più libertà nella gestione degli impegni. 

 

Come può quindi l’azienda andare incontro ai nuovi bisogni dei lavoratori evitando così costi inutili e perdite di tempo? 

Ci sono alcuni strumenti attuabili in grado di soddisfare i bisogni di entrambe le parti, portando a casa una vittoria sia da parte dell’azienda che ne trarrà benefici in termini di valore interno (e inevitabilmente anche esterno), sia da parte del lavoratore che si sentirà compreso e più realizzato. Per incrementare la responsabilizzazione dei dipendenti nella maniera più efficiente e veloce possibile, gli strumenti sono fondamentalmente 3: 

  • Introdurre un sistema di  Welfare aziendale , ovvero di servizi individuali e/o familiari per i dipendenti, diminuendo così la tassazione da parte dell’azienda che li eroga  
    • Introdurre lo smart working. Questo porterà a un doppio beneficio nel benessere del lavoratore: una maggior libertà nella gestione del proprio flusso lavorativo e una miglior conciliazione tra vita personale e vita lavorativa. La responsabilizzazione inoltre porterà a una maggior consapevolezza del proprio ruolo e alla sua auto-realizzazione 
  • Introdurre un’analisi del clima aziendale per comunicare di più e meglio. Questo migliorerà la comunicazione interna generando valore all’azienda e quindi una maggior chiarezza sullo scopo e la vision dell’organizzazione. Il confronto può portare alla luce criticità di cui non si era a conoscenza in un’ottica di miglioramento continuo 

 

In conclusione, come si può conciliare il benessere del lavoratore per prevenire le grandi dimissioni? 

Come sottolineato all’inizio, “prevenire è meglio che curare” e come volevasi dimostrare i proverbi hanno sempre ragione. Chiarendo questo concetto voglio richiamare l’attenzione sulla necessità e sull’importanza di rivedere le priorità aziendali, soprattutto oggi. Assumendo un atteggiamento proattivo, il manager sarà così capace di guadagnarsi la fiducia e il rispetto dei suoi collaboratori, di vincere l’infedeltà aziendale e quindi di prevenire le grandi dimissioni. Come infatti insegna Steven Covey nelle 7 regole del successo un atteggiamento proattivo è fondamentale:

“E a meno che non siano proattivi e imparino ad adattarsi e superare gli ostacoli, non sopravviveranno”. 

 

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